Monsignor Carusi

Monsignor Enrico Carusi

Scrittore della Biblioteca Apostolica Vaticana e trascrittore dei codici di Leonardo da Vinci. Un vero onore per Pollutri, in quanto personaggio più illustre della storia cittadina Pollutrese.  Il 14 Dicembre del 1945 moriva nella Città del Vaticano Monsignor Enrico Carusi, "scrittore effettivo" della Biblioteca Apostolica Vaticana. Nacque a Pollutri il 1° Febbraio del 1878 dal notaio Filippo e da Gaetanina Giuliani. Dopo aver frequentato le classi elementari del paese, per avere più opportunità venne mandato al Seminario di Chieti e poi Roma dove, oltre agli ordini Sacerdotali, si laurea anche in Lettere. Essendo stato attratto dagli studi linguistici e paleografici (studio delle scritture antiche) si ritrova a contatto con gli ambienti degli studiosi, per cui nel 1901 a 23 anni, fresco di laurea, pubblica il suo primo libro relativo a documenti dei secoli VIII-IX e lo dedica al suo professore di paleografia. Chieti lo reclama e lo fa insegnare in Seminario, ma Don Enrico trova l'ambiente teatino poco adatto ai suoi studi e così dopo un anno se ne ritorna a Roma dove ritrova il suo gruppo di interesse e pubblica il secondo libro (1904) che gli fa guadagnare la nomina di "scrittore della Biblioteca" da parte del Prefetto della Vaticana, il quale gli affida la trascrizione dei Codici Vaticano latini, centinaia di documenti, sui quali Carusi lavorerà fino alla morte, pubblicando man mano i suoi risultati. Nel 1919, per via della ricorrenza del IV centenario della morte di Leonardo da Vinci, il Governo Italiano istituisce una commissione speciale, con lo scopo di preparare un'edizione nazionale dei manoscritti del grande Genio. In essa viene inserito anche Carusi, prima come trascrittore e poi come Segretario della Commissione, al quale verrà affidata la preparazione della Prefazione critica di ogni manoscritto pubblicato: lavoro che egli esegue in modo nuovo e particolare, tanto da valergli l'apprezzamento generale del mondo della cultura e che lo porrà in un posto preminente tra i migliori leonardisti d'Italia. Le importantissime edizioni con le trascrizioni dei codici leonardeschi da lui preparate usciranno tra il 1923 ed il 1941 fermandosi per lo scoppio della guerra. Anche il suo amato Abruzzo riceverà il suo contributo. Nel 1904 egli inizia a collaborare con la -Rivista abruzzese- e poi con il -Bullettino della Deputazione abruzzese-; si interesserà delle carte dell'abbazia di Tremiti, dei codici della biblioteca del Capitolo vescovile di Chieti e per il suo paese natio, Pollutri, pubblicherà (1917) Cenni sull'abbazia di San Barbato di Pollutri dalla sua fondazione (MXV) alla fine del secolo XVIII. Nel 1931 ebbe una notevole risonanza il Convegno storico Abruzzese-Molisano da lui organizzato a Roma e patrocinato dal Ministero dell'Istruzione, in cui i maggiori studiosi italiani e stranieri dibatterono per diversi giorni i problemi storici della regione ed i cui Atti, da lui pazientemente curati e raccolti in tre grossi volumi, furono poi pubblicati dalla Casa editrice De Arcangelis di Casalbordino. Se volessimo riportare l'elenco di tutte le sue pubblicazioni ci dilungheremmo troppo, per cui ci fermeremo qui. La mattina del 14 Dicembre 1945 lo trovarono con la testa appoggiata sulla sua scrivania, tra le sue amate carte, quelle per cui aveva dato tutte le sue forze.

                                                                                                                                          Vittorio Aruffo

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